A 80 anni dal D-Day e dalla liberazione di Roma COSMO italiano 04.06.2024 23:03 Min. Verfügbar bis 04.06.2025 COSMO Von Francesco Marzano


Download Podcast

A 80 anni dal D-Day e dalla liberazione di Roma

A 80 anni dal D-Day e dalla liberazione di Roma

Stand: 04.06.2024, 17:08 Uhr

di Francesco Marzano, Enzo Savignano e Tommaso Pedicini

80 anni fa, a distanza di due giorni una dall'altra, avvenivano due svolte fondamentali nella storia della Seconda guerra mondiale: il 4 giugno 1944 veniva liberata Roma, mentre il 6 gli Alleati sbarcavano in Normandia. Ripercorriamo quegli eventi e le celebrazioni di oggi con il collega Enzo Savignano, con lo storico Lutz Klinkhammer e con il documentarista David Orlandelli che ha realizzato un lavoro su Radio Caterina, la radio clandestina degli Internati militari italiani in Germania.

normandia

Le celebrazioni per gli 80 anni dello sbarco in Normandia

Il primo giugno sulla spiaggia di Omaha, uno dei luoghi simbolo dello sbarco, si è già svolta la cosiddetta “cerimonia della sabbia”. Come ogni anno un membro della American Battle Monuments Commission ha strofinato una manciata di sabbia della spiaggia sopra ai nomi, scolpiti su una lapide, dei soldati morti sul campo di battaglia. Dopo, sulla spiaggia dove si svolse una delle battaglie più cruente e sanguinose della Seconda guerra mondiale, è stato scritto “Libertà, scrivo il tuo nome”.

Perché si arrivò al D-Day

Lo sbarco in Normandia, nome in codice operazione Neptune, era la parte marittima e anfibia della più ampia operazione Overlord, con cui si intendeva aprire un secondo fronte in Europa per dirigersi dalla Francia verso la Germania nazista. L’operazione alleata, comandata dal generale statunitense Dwight D. Eisenhower, consentì di alleggerire il fronte orientale, dove da tre anni l’Armata Rossa stava sostenendo un durissimo conflitto contro gli invasori tedeschi.

Lo sbarco che cambiò la storia

Come sostengono tutti gli storici, quello sbarco fu la chiave di volta, assieme a Stalingrado, del secondo conflitto mondiale. Per comprendere le dimensioni dell’operazione, su cui gli alleati lavorarono per oltre un anno, nello sbarco vennero utilizzati quasi 7000 mezzi navali, tra navi da guerra, incrociatori, fregate, cacciatorpediniere, cacciasommergibili che fecero sbarcare sulle coste della Normandia oltre 150mila uomini dell’esercito americano, britannico e canadese. Con l’appoggio dell’aviazione alleata in un giorno sulla costa della Normandia vennero sganciate 12mila tonnellate di bombe.

Le commemorazioni del 6 giugno 2024

Quest’anno per gli 80 anni dallo sbarco le celebrazioni avranno un significato particolare. Ci saranno, come sempre, gli ex soldati che parteciparono allo sbarco, ma il loro numero si va riducendo: il più giovane ha circa 90 anni e alcuni ne hanno più di cento. Per ricordare il loro coraggio domenica scorsa dei paracadutisti si sono lanciati da alcuni aerei della Seconda guerra mondiale nei cieli della Normandia.
A queste celebrazioni sarà presente il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e quello ucraino Volodomyr Zelensky. Come già annunciato da tempo, non sarà presente il presidente russo Vladimir Putin, a causa dell’invasione russa dell’Ucraina che ha riportato la guerra in Europa. La Francia, Paese organizzatore delle celebrazioni, ha comunque consentito l’accesso ad alcuni rappresentanti russi per riconoscere il sacrificio e il contributo dei russi nella lotta al nazifascismo.

Il 4 giugno 1944 a Roma

La Seconda guerra mondiale causò lutti e rovina per tanti popoli e ovviamente anche per quello italiano, prima in guerra come alleato dei nazisti e, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, contro l’esercito di Hitler, che intanto aveva invaso buona parte della Penisola. E il 4 giugno di 80 anni fa l’invasione nazista in Italia iniziava a volgere al termine. All’alba di quella giornata, infatti, i primi carri armati dell'esercito statunitense attraversarono la capitale: Roma era libera, terminavano quasi nove mesi di occupazione nazista fatta di lutti, rastrellamenti e fame. Il sito online del quotidiano Il Corriere della Sera ha pubblicato oggi un filmato inedito, realizzato da un cineamatore dell’epoca, Adriano Agottani dipendente del Comune di Roma, che con la sua cinepresa 9.5 mm, girò un video di rara importanza storica: nelle zone dei quartieri San Giovanni, Tuscolano e Appio si vedono i nazisti in fila che si allontanano dalla città, ma anche gli alleati che arrivano con i carri armati, i partigiani con le armi e la popolazione di Roma in festa. Il 4 giugno di 80 anni dopo si celebra la liberazione di Roma con una serie di eventi e mostre, in particolare nella zona centralissima di Piazza Venezia.

La Roma nazista e la liberazione

roma

L'arrivo dei soldati americani a Roma

Abbiamo ripercorso quella fase drammatica della storia della capitale con Lutz Klinkhammer, esperto di storia contemporanea e vicedirettore dell'Istituto Storico Germanico di Roma. “È stata un’occupazione militare e poliziesca – spiega il professore Klinkhammer -,  nonostante la proclamazione a città aperta, comunicata dal governo Badoglio nell’agosto del ’43 e nonostante la neutralità del Vaticano. C’era una forte presenza militare che grazie alla collaborazione dei fascisti della Repubblica sociale, riuscì a tenere sotto controllo la città e a effettuare rastrellamenti di ebrei e partigiani. E c’era anche una forte attività di resistenza armata”.

Radio Caterina, la Radio della speranza

caterina

La radio realizzata dai prigionieri italiani

David Orlandelli, regista del docufilm "Radio Caterina - la radio della speranza", ci racconta la storia di questa radio clandestina, creata da un gruppo di ufficiali italiani prigionieri dei tedeschi. Erano nel campo di prigionia XB di Sandbostel, nei pressi di Amburgo. Grazie a "Radio Caterina" hanno captato notizie come la liberazione di Roma e lo sbarco in Normandia, che commemoriamo in questi giorni, appunto. “Io interpreto la costruzione di una radio clandestina con quei pochissimi mezzi che avevano nel campo di internamento – spiega Orlandelli – come una risposta di vita, di autodeterminazione, di resistenza proprio per le condizioni così dure nelle quali erano costretti i militari italiani internati”.