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Lotta alla mafia: cosa succede in Germania e in Italia? COSMO italiano 24.04.2025 20:10 Min. Verfügbar bis 24.04.2026 COSMO Von Francesco Marzano


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Lotta alla mafia: cosa succede in Germania e in Italia?

Stand: 24.04.2025, 17:38 Uhr

a cura di Francesco Marzano, Cristina Giordano e Daniela Nosari

Baden-Württemberg e Calabria al centro dell'ultima grande retata contro la 'ndrangheta fra Italia e Germania: i dettagli da Cristina Giordano con uno sguardo al maxi-processo fra Duisburg e Düsseldorf e ai piani della politica per contrastare la criminalità organizzata in Germania. Con Giovanni Tizian, giornalista esperto di mafie, parliamo di cosa sta facendo e cosa non sta facendo il governo Meloni per combattere le mafie in Italia, fra proclami e realtà.

Mafia, Polizei

Poliziotti durante la retata del 1 aprile 2025 (dal video della Polizia di Stato)

Operazione "Boreas"

L’operazione denominata “Boreas” è un’operazione di polizia coordinata tra Italia e Germania che ha impegnato 350 poliziotti il 1 aprile 2025. In totale sono state arrestate 29 persone, di cui 19 in Italia nelle province di Cosenza e Crotone, e 10 in Germania, tra cui un poliziotto tedesco di Aalen che avrebbe avuto contatti diretti con uomini dei clan, rivelando segreti d’ufficio.

La polizia tedesca si è concentrata soprattutto sul Baden-Württemberg, dove sono stati perquisiti immobili nelle città di Stoccarda, e nei comuni limitrofi come Fellbach, Weinstadt, Rudersberg, Waiblingen Schorndorf, Steinheim/Murr, Kuppenheim, Mühlacker, Kernen im Remstal.

Ma le indagini in Germania si sono svolte anche in Renania-Palatinato, nel Saarland e in Nordreno-Vestfalia. Sono state sequestrate armi, munizioni, computer, documenti e denaro contante. Si tratta di un’operazione supportata da Interpol I-CAN (Interpol Cooperation Against 'Ndrangheta). Un ramo di Interpol nato nel 2020 e specializzato proprio nelle indagini sulla rete internazionale di ‘ndrangheta, che al di fuori dell'Italia spesso riesce a restare sottotraccia.

Quali affari fanno i clan in Germania?

Le cosche colpite dall'operazione "Boreas" sono quelle dei Greco di Cariati in provincia di Cosenza e dei Farao-Marincola di Cirò Marina, Crotone, e sarebbero radicate in Germania già dalla fine degli anni '70.

I reati individuati nel corso dell’indagine comprendono la costituzione e il sostegno di un'organizzazione criminale straniera, la ‘ndrangheta, incendio doloso, divulgazione di informazioni riservate, traffico di droga, riciclaggio di denaro e tentato omicidio.

Uno dei pilastri del business identificato in quest’indagine sarebbe il riciclaggio attraverso le intestazioni di beni fittizi e l’estorsione con un metodo di pizzo già emerso in altre indagini passate. Ai ristoratori italiani in Germania verrebbe imposto l’acquisto di merci.

Nello specifico l’accusa è frode con prodotti alimentari di alto valore, come formaggi e olio d'oliva pregiati, e attrezzature da cucina per la produzione di pizza. Prodotti ordinati tramite una società fittizia, che non pagava le fatture. La merce veniva poi venduta tramite un'altra società a ristoranti italiani di Stoccarda e dintorni, che subivano pressioni per acquistare i prodotti ed evitare intimidazioni.

La ‘ndrangheta e il Baden-Württemberg

La ricca regione del Baden-Württemberg è senz’altro uno dei centri nevralgici della rete di ‘ndrangheta in Germania. Secondo una delle ultime stime, nel Baden-Württemberg si conterebbero 170 persone riconducibili ai clan calabresi, anche se le stesse istituzioni tedesche ipotizzano un numero molto più alto. In Germania secondo alcune stime sarebbero circa 500 gli affiliati alla ‘ndrangheta.

Oliver Huth (Landeskriminalamt Düsseldorf - LKA)

Oliver Huth, LKA NRW, mostra un'auto con doppio fondo usata dai corrieri della droga (archivio)

Il business ruota generalmente attorno a traffico di droga, riciclaggio di denaro e frode fiscale. Quel che identificano diversi rapporti in Germania è l’aumento rispetto al passato dei clan calabresi. Nell’ultimo rapporto della polizia tedesca BKA (settembre 2024) si contavano 11 clan di ‘ndrangheta nel 2023, nel 2022 erano 8. Difficile dire se siano effettivamente aumentati, o se le forze dell’ordine tedesche riescano a identificare gruppi criminali che prima restavano nell’ombra.

Processi di ‘ndrangheta in Germania

Da quel che emerge dagli ultimi processi è evidente che la ‘ndrangheta stia trovando sul territorio tedesco sempre più appoggi esterni, anche tedeschi o di altre mafie minori ben radicate. Come dimostra uno dei processi iniziato a febbraio nell’aula bunker di Düsseldorf. Gli imputati sono cinque uomini e tre donne tra i 36 e i 64 anni, tutti nati in Nordreno-Vestfalia, e accusati di associazione a delinquere e traffico di droga.

Secondo la procura sarebbero corrieri di droga che, fingendosi turisti tedeschi in viaggio verso l’Italia, avrebbero trasportato in 50 viaggi almeno 900 chili di cocaina nel doppio fondo di auto truccate.

Ancora aperto invece il cosiddetto “maxi-processo”, entrato nel quinto anno, seguito dalla procura di Duisburg ma con udienze nell’aula bunker di Düsseldorf: 14 gli imputati, non tutti calabresi e non tutti italiani. 

La politica tedesca e la criminalità organizzata

Il futuro governo ha intenzione di rafforzare i poteri della polizia e della magistratura, con misure mirate contro la criminalità organizzata. Una delle misure previste riguarda “l’onere della prova”. Se c'è il ragionevole sospetto che denaro, beni o oggetti di valore provengano da affari criminali, in futuro dovrà essere il proprietario a doverne dimostrare la legalità, questo almeno secondo il piano inserito nell'accordo di governo tra Unione ed SPD, che dovrà essere approvato e messo in atto.

Secondo la polizia tedesca potrebbe essere una svolta perché faciliterebbe il sequestro di beni illegali, in Germania particolarmente difficile. Secondo Dirk Peglow del Landeskriminalamt in Assia, intervistato dal quotidiano FAZ, si tratta di un passo in avanti per colpire la criminalità organizzata dove fa veramente male: e cioè il denaro.

La lotta alla mafia in Italia oggi

Il governo Meloni è uno dei governi che sta lavorando meno nella lotta alla criminalità organizzata, sostiene il giornalista esperto di mafia Giovanni Tizian, che sottolinea l’assenza di priorità dell’attuale governo Italiano nel combattere il fenomeno mafioso, visibile anche nel lavoro ridotto della Commissione Antimafia.

Il paradosso di Giorgia Meloni, dice Tizian, è che da un lato dichiara di essere entrata in politica dopo le stragi di mafia di Falcone e Borsellino. Dall’altro, la premier supporta la narrazione di una mafia che non esiste più: "Oggi è una mafia diversa rispetto al passato, è una mafia economica, finanziaria, con complicità nelle istituzioni e nella politica" – ricorda il giornalista di “Domani”.

La capacità investigativa tedesca, dalla strage di Duisburg in poi, ha fatto dei passi in avanti, e ora appoggia le forze dell’ordine italiane, aggiunge Tizian. Dalla Germania arrivano oggi informazioni che sono fondamentali per le indagini italiane, in particolare dalle chat criptate nell’area del triangolo europeo di Francia-Germania-Olanda.