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È finita: addio alla coalizione semaforo in Germania COSMO italiano 07.11.2024 19:53 Min. Verfügbar bis 07.11.2025 COSMO Von Luciana Caglioti


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È finita: addio alla coalizione semaforo in Germania

Stand: 07.11.2024, 17:25 Uhr

di Luciana Caglioti, Enzo Savignano e Daniela Nosari

Il cancelliere Scholz solleva il ministro delle Finanze Lindner dal suo incarico, i liberali lasciano il governo compatti - o quasi. Insomma, dopo mesi di conflitti, è finita: Enzo Savignano ci racconta come si è arrivati all'annunciata crisi della coalizione semaforo. Ma Scholz e i Verdi riusciranno a resistere fino a gennaio per approvare le leggi più importanti, fra cui quella di bilancio? Parliamo con il costituzionalista Jens Woelk delle opzioni previste dalla legge tedesca.

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L'ex ministro delle Finanze, Christian Lindner, e il cancelliere Olaf Scholz

Le reazioni dei media tedeschi

La coalizione semaforo, formata dai socialdemocratici dell'SPD, dai Verdi di Bündnis 90/Die Grünen e dai liberali dell'FDP, è al capolinea. Questi i titoli e i commenti di alcuni media e quotidiani tedeschi: "Gut, dass es vorbei ist" - è un bene che sia finita, scrive ad esempio il settimanale "Der Spiegel". "Endlich!" - finalmente! - è invece il titolo del commento della TAZ, mentre la Neue Züricher Zeitung parla di "Una buona giornata per la Germania: la miseria del semaforo è finalmente finita". "Ein guter Tag für Deutschland. Das Elend der ‚Ampel‘ ist endlich zu Ende".

Scholz nervoso o sollevato?

La serata del 6 novembre 2024 sarà ricordata come la resa dei conti tra Olaf Scholz e Christian Lindner. Il cancelliere, in conferenza stampa, ha personalmente e politicamente attaccato il ministro delle Finanze, spiegando il suo licenziamento: "Chiunque entri a far parte di un governo deve agire con serietà e responsabilità - ha detto Scholz nel suo discorso - non può sottrarsi alle sue responsabilità nei momenti di difficoltà. Deve essere pronto a scendere a compromessi per il bene di tutti i cittadini. Ma questo al momento non interessa a Christian Lindner. Si preoccupa solo della sopravvivenza a breve termine del suo partito".

L’ultimo tentativo del cancelliere

Prima di espellere Lindner dal governo, in un vertice di coalizione Scholz ha avanzato delle proposte per tentare di tenere unito l’esecutivo, ha spiegato il cancelliere. La sua proposta prevedeva quattro punti chiave: costi energetici accessibili per le aziende; un nuovo pacchetto di interventi legislativi per garantire posti di lavoro nell’industria automobilistica, che sta vivendo una profonda crisi; nuovi interventi per alleggerire il peso fiscale sulle piccole e medie imprese; e infine maggiore sostegno militare e finanziario all’Ucraina.

Perché Lindner ha chiuso la porta?

Secondo il leader dei liberali, Scholz avrebbe chiesto uno sforamento nella legge di bilancio e quindi una violazione della legge costituzionale sul freno del debito, la cosiddetta "Schuldenbremse". Ricordiamo che questa legge di modifica alla Costituzione, approvata nel 2009, impone di approvare bilanci con un disavanzo annuale non superiore allo 0,35% dell’intero prodotto interno lordo.

La legge può venire però sospesa in caso di periodi eccezionali - come è successo durante la pandemia. Per Lindner però il momento di crisi economica ed energetica che sta vivendo la Germania, oltre alla guerra in Ucraina, non giustificherebbero un'eccezione ed un indebitamento superiore al limite previsto.

I punti di contatto tra Lindner e Merz

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Il presidente e candidato cancelliere della CDU, Friedrich Merz

Il presidente e candidato cancelliere dei cristiano-democratici aveva già sostenuto le proposte che, a sua volta, Lindner aveva avanzato nei giorni scorsi per far ripartire l’economia del Paese, ma che sono state respinte da Scholz e dai Verdi. Il documento era addirittura stato definito dagli osservatori un "Scheidungspapier", più che un "Grundsatzpapier", cioè un documento per il divorzio dagli alleati di governo.

Friedrich Merz, che appartiene all’ala più conservatrice della CDU, è uno strenuo sostenitore del freno al debito. E sta cavalcando più di ogni altro la crisi di governo: ora chiede che Scholz ponga il prima possibile la questione di fiducia, già la settimana prossima, per poi consentire al presidente della Repubblica di sciogliere il Bundestag ed indire nuove elezioni entro 60 giorni, come prevede la Costituzione.

Scholz invece vorrebbe porre la questione di fiducia solo il 15 gennaio, per poter approvare alcune ultime, importanti leggi, fra cui la fondamentale legge di bilancio. Legge su cui i tre alleati di governo non sono riusciti a trovare un accordo e quindi occasione della rottura. Ma per approvare leggi in Parlamento il governo Scholz, ora di minoranza, avrebbe bisogno dei voti dell'Unione di Merz.

Una crisi che parte da lontano

Da mesi nell’esecutivo tedesco non si riusciva a trovare un accordo credibile sulla legge di bilancio 2025. A luglio il cancelliere Scholz, il ministro delle Finanze Lindner e il ministro dell’Economia Habeck avevano in realtà annunciato di aver trovato un accordo di massima sulla maggior parte delle voci del bilancio, ma mancavano ancora dei dettagli - o meglio, un buco di 10-12 miliardi.

A sorpresa Lindner aveva però dichiarato pubblicamente di non essere veramente d'accordo con gli alleati. Ad appesantire la situazione e l’atmosfera è stato l’inasprirsi della crisi economica in Germania che sta colpendo in particolare il settore dell’auto. Inoltre il prosieguo della guerra in Ucraina, che richiede un rinnovato impegno in aiuti militari e finanziari a Kiev, e infine l’elezione a presidente degli Stati Uniti di Donald Trump proprio ieri - che peggiora la situazione ucraina, visto che Trump, come sottolineato nel corso della campagna elettorale, non intende più supportare l'Ucraina come il presidente uscente Biden.

Scholz e Habeck convinti di proseguire

Sia il cancelliere che il ministro dell’economia e leader dei Verdi sono convinti che questo governo sia ancora in grado di portare a termine determinati compiti e anche dare il via libera a nuove misure ed interventi previsti da tempo, come una nuova legge sulle pensioni e sugli sgravi fiscali per piccoli imprenditori. Infine bisogna ancora approvare definitivamente la legge di bilancio entro il 14 novembre e quindi sottoporla al Bundestag a fine novembre, ma a meno che Scholz non riesca a convincere Merz e il suo partito a votarla, difficilmente passerà.

Il rimpasto di governo, i nuovi ministri

Jörg Kukies della SPD, consulente economico di Scholz, diventa nuovo ministro delle Finanze al posto di Lindner. Tutti i ministri liberali hanno lasciato l'esecutivo tranne Volker Wissing, che ha lasciato la FDP e ricoprirà oltre al ministero dei Trasporti anche il ruolo di ministro della Giustizia. Il Verde Cem Özdemir avrà ad interim anche il ministero dell'Istruzione oltre a quello delle politiche agricole.

Ma il rischio di un’empasse politica è alto e in molti chiedono elezioni anticipate subito: oltre all’Unione, anche l’ultradestra dell'AfD, la sinistra radicale della Linke e la nuova sinistra di Sahra Wagenknecht, BSW.

Steinmeier può forzare i tempi?

No, è il cancelliere che stabilisce come e quando e se porre la questione di fiducia. Ma oggi il presidente della Repubblica federale, Frank-Walter Steinmeier, in un breve ma efficace intervento ha richiamato tutte le forze politiche ad assumersi le proprie responsabilità. "Il nostro Paese ha bisogno di maggioranze stabili e di un governo capace di agire. Questo sarà il mio metro di giudizio”, ha sottolineato Steinmeier.

Cosa succede ora?

Ne abbiamo parlato con Jens Woelk, costituzionalista e docente di diritto comparato all'università di Trento: "Dipende molto da Scholz, ma anche da chi intenderà sostenere ancora le proposte del governo. Da solo il cancelliere non ce la fa, con l’uscita dei liberali ha perso la maggioranza in Parlamento. E in Germania è importante formalizzare questa nuova situazione proprio con una mozione di fiducia da sottoporre al Bundestag”.

Woelk ci ha anche chiarito i possibili scenari e quali potrebbero essere le strade da percorrere oltre alla mozione di fiducia. Tuttavia il voto anticipato appare il percorso più probabile, bisogna solo stabilire definitivamente i tempi.