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Da Marconi al podcast: 100 anni di radio in Italia COSMO italiano 21.10.2024 25:25 Min. Verfügbar bis 21.10.2025 COSMO Von Francesco Marzano


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Da Marconi al podcast: 100 anni di radio in Italia

Stand: 21.10.2024, 16:28 Uhr

di Francesco Marzano, Enzo Savignano e Cristiano Cruciani

Nell'ottobre 1924, venivano inaugurate ufficialmente le trasmissioni radiofoniche in Italia, Enzo Savignano ripercorre con noi questi primi 100 anni di radio. La nascita della radio è legata alle scoperte rivoluzionarie di Guglielmo Marconi, ne parliamo con Paolo Ravazzani, Direttore dell'Istituto di elettronica e ingegneria dell'informazione del CNR. Con a Andrea Borgnino di RaiPlay Sound riflettiamo sull'impatto che formati digitali come i podcast hanno avuto sulla radio tradizionale.

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Guglielmo Marconi

Come nasce la Radio

Dobbiamo tornare indietro fino al XIX secolo quando vennero effettuati i primi esperimenti scientifici che portarono alla realizzazione dei primi apparecchi radio. Si tratta di studi particolari, di fisica applicata, legati alla luce, all’elettricità e al magnetismo. I primi scienziati riuscirono a creare delle onde elettromagnetiche che poi successivamente si trasformarono nelle onde radio, trasmesse e diffuse nell’etere senza bisogno di fili. Allora secondo alcuni storici nel 1901 per la prima volta negli Usa un apparecchio riuscì a trasmettere la lettera S. Ma è innegabile che la nascita della radio è legata anche al nome del fisico americano di origini ungheresi Nikola Tesla. Nel 1893 aveva già ideato un apparato in grado di incorporare informazioni radio.  Nel 1896 riuscì ad effettuare una prima trasmissione senza fili a St. Louis, nel Missouri, tra lo stupore dei presenti.

Il vero inventore della radio

Nei libri di storia è Guglielmo Marconi ad essere sempre indicato come il vero creatore della radio moderna. L’inventore, nato a Bologna il 25 aprile 1874, nel 1896, quindi a solo 22 anni, riuscì a farsi riconoscere, in Inghilterra, il primo brevetto di telegrafo senza fili. L'apparecchio, all'inizio, venne impiegato soprattutto per scopi militari, ma solo al livello sperimentale. Ma nel 1916 un imprenditore statunitense, originario di una famiglia ebrea-russa, David Sarnoff, iniziò a credere nella realizzazione di apparecchi radiofonici capaci di trasmettere voce e musica. Successivamente Sarnoff mise in commercio il primo apparecchio radiofonico concepito per uso domestico. Nel 1919 Sarnoff fondò la Radio Corporation of America, la RCA, che negli anni successivi avrebbe dato origine alle prime emittenti pubbliche americane. Nel 1922 in Inghilterra, la patria del primo brevetto di telegrafo senza fili di Guglielmo Marconi, nasceva la BBC, l’emittente radiofonica più antica del mondo.


I primi passi della radio in Italia

Per parlare della prima trasmissione radiofonica dobbiamo tornare indietro nel tempo alle ore 21 del 6 ottobre 1924. È stata quella di una donna, esattamente di una violinista, la prima voce ad essere diffusa nell’etere italiano. Ines Viviani Donarelli annunciò un concerto di musica classica. Anche nei giorni seguenti ci furono altre trasmissioni, suscitando grande curiosità ed entusiasmo. In America, in Europa e in Italia si iniziava a comprendere l’incredibile valore della Radio. Sul finire degli anni ’20 nacque l'Eiar, l'Ente Italiano Audizioni Radiofoniche. Da lì a poco i primi notiziari, le prime cronache sportive, come quella del Gran Premio di Galoppo a San Siro e il match Italia-Ungheria del 1928. Le cronache del tempo raccontano di grandi assembramenti di persone nei pressi di apparecchi radiofonici disposti nei bar, o in altri luoghi pubblici.

La radio diventa parte integrante della società

La radio ebbe un grande impatto sulla vita sociale negli Stati Uniti e in tanti paesi europei. Iniziò a svolgere un ruolo determinante anche da punto di vista politico. In molti Paesi si preferì la gestione monopolistica ed esclusiva dello Stato, escludendo iniziative e finanziamenti privati. Durante il ventennio fascista la radio diventò un grande strumento di propaganda per rafforzare il consenso e diffondere la retorica del regime. Con lo stesso scopo venne utilizzata dal regime nazista in Germania.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la radio continuò ad essere strumento di propaganda ma anche uno strumento per diffondere notizie clandestinamente. In Italia si diffuse appunto Radio Londra, radio ascoltata in segreto, che appunto diffondeva le notizie degli alleati soprattutto dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Alcune emittenti radiofoniche realizzate nelle città diventarono simbolo della lotta antifascista e della Resistenza.

Nasce la RAI

Nel secondo dopoguerra con l’avvento della Repubblica, l’EIAR si trasformò in RAI, radio audizioni italiane. La radio pubblica diventò più democratica e plurale, ma anche strumento di educazione per insegnare la lingua e la storia d’Italia. I primi programmi culturali e musicali; nel 1951 il primo Festival della musica italiana di Sanremo.

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Nei primi anni 2000 l'avvento della digitalizzazione

Nel 1954, qualcosa sembrava cambiare per sempre il destino della radio, l’avvento della Televisione. In tanti pensarono che era l’inizio della fine della Radio. Invece, la radio continuò ad occupare ed allietare la vita degli italiani. Negli anni ’60 negli anni della protesta giovanile e della contestazione iniziarono a diffondersi le radio cosiddette libere, che poi presero piede definitivamente negli anni ‘70 come Radio Città Futura, Radio Radicale, Radio Popolare. Negli anni ’80 la prima grande rivoluzione, ovvero l’avvento delle prime grandi radio private e infine ad inizio XXI secolo la seconda grande rivoluzione: inizia la digitalizzazione della radio.

IL CNR ricorda Marconi

Abbiamo parlato dell’inventore della radio con Paolo Giuseppe Ravazzani, direttore dell'Istituto di elettronica e di ingegneria dell'informazione e delle telecomunicazioni del CNR, Consiglio nazionale delle ricerche.
Questo mese si celebrano i 100 anni dalla prima trasmissione radiofonica italiana e quest'anno è anche il 150 anniversario dalla nascita di Guglielmo Marconi, il padre della telecomunicazione via onde radio. Marconi ha dedicato tutta la sua vita alla trasmissione elettromagnetica di segnali senza fili. Già da ragazzo svolgeva esperimenti in casa o tra le colline vicino Bologna, cercando di azionare un campanello a 2 km di distanza. Quanto tempo ci è voluto e quanto è stato difficile trasmettere un segnale tra due continenti diversi? “Paradossalmente – spiega Ravazzani - neanche troppi anni, i suoi primi esperimenti furono a fine ‘800 e nei primi anni del ‘900 si è arrivati alla comunicazione intercontinentale”. Con il direttore dell’Istituto di elettronica e ingegneria dell’informazione abbiamo cercato di capire anche le dimensioni e l’importanza della scoperta della radio.

La rivoluzione digitale della radio e l’avvento dei Podcast

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Andrea Borgnino

Ne abbiamo parlato con Andrea Borgnino, responsabile di RaiPlay Sound - piattaforma multimediale dedicata all'offerta radiofonica della Rai, che raccoglie canali radio, podcast e audiolibri. “Il podcast – spiega Borgnino ci permette di entrare in un mondo pieno di contenuti on demand di qualità. Mentre per l’informazione la Radio è ancora lì, quando accade qualcosa io ho ancora l’istinto, perché sono di una generazione molto radiofonica, ma accendo la radio. La radio è stata data morta più volte, prima con la televisione e poi con internet, oggi con i podcast ci può convivere. La radio vive nell'immediatezza, nell'urganza comunicativa. I podcast sono qualcosa di diverso, ma potranno convivere a braccetto per tanto tempo”.