La settimana della salute mentale in Germania
Dal 10 al 20 ottobre circa 50 tra regioni e città tedesche partecipano con oltre 600 eventi a questa iniziativa. L'obiettivo è sensibilizzare e informare sulle malattie mentali e i servizi psichiatrici e psicosociali esistenti, ma anche rompere molti tabù attraverso il dialogo. Temi, questi, molto attuali in Germania, dove continuano ad aumentare i casi di depressione e di altre patologie psichiche. Il numero di persone che soffrono di depressione in Germania, secondo uno studio appena pubblicato dalla cassa mutua AOK, è salito nel 2022 a 9,5 milioni. Altri dati confermano come le depressioni in Germania siano in continuo aumento: nel 2017 erano 11,8% i cittadini tedeschi, a partire dai 10 anni, cui era stata diagnosticata almeno una volta nella vita una forma di depressione. Nel 2022 la percentuale è salita al 12,5%. La pandemia da Coronavirus avrebbe contribuito a questo aumento, soprattutto per via della condizione di isolamento che molte persone hanno vissuto.
La psicoterapeuta italiana di Francoforte sul Meno
Abbiamo parlato con la dottoressa Orietta Cano, specialista in medicina generale e psicoterapia. Cano da alcuni anni ha un suo studio a Francoforte, dove segue molti italiani. Ci ha confermato che gli italiani che arrivano in Germania, ed i migranti in generale, possono sviluppare alcune forme depressive: "il problema principale è l'isolamento, soprattutto se non si parla la lingua del Paese in cui ci si trasferisce". "La depressione colpisce ugualmente anziani e giovani", spiega inoltre la dottoressa Cano. Le nuove generazioni di italiani, arrivati da poco "spesso raggiungono la Germania convinti che qui si lavora, si vive e si guadagna meglio che in Italia, ma spesso non è così e questo determina frustrazioni personali, che possono causare depressione e altri problemi psicologici", aggiunge la psicoterapeuta di Francoforte. Cano ci spiega, in base alla sua esperienza, il diverso approccio in Germania ed in Italia tra psicoterapeuta e paziente: "in Germania c'è un maggiore distacco, si dà sempre del lei al paziente, in Italia si cerca, invece, un rapporto più diretto con chi si ha in cura".
I 100 anni di Basaglia
Un'altra ricorrenza da ricordare in questi giorni è il centenario dalla nascita di Franco Basaglia, il riformatore della psichiatria in Italia. Basaglia è ricordato nei libri di storia per aver combattuto le condizioni inumane dei manicomi. Riportare il paziente, la persona, al centro delle cure mediche è stato l'obiettivo di tutta la sua esperienza lavorativa. Basaglia ha dato un impulso importantissimo alla riforma della psichiatria, al punto che in Italia esiste una legge, la 180 del 1978, che porta il suo nome ed è la legge che ha riformato gli ospedali psichiatrici. Franco Basaglia è nato 100 anni fa e per celebrare questo anniversario in Italia ci sono state e ci sono tuttora molte iniziative: eventi pubblici, spettacoli teatrali, podcats, programmi televisivi. Addirittura è stato emesso un francobollo in suo onore.
Il libro in tedesco su Basaglia
Franco Basaglia viene ricordato anche in Germania: Psychiatrie Verlag ha da poco pubblicato un libro intitolato "Basaglia. Radikales Denken, optimistisches Handeln", noi abbiamo parlato con l'ideatrice e co-curatrice del volume, Kirsten Maria Düsberg, sociologa tedesca che vive a Udine, ha conosciuto da vicino la psichiatria di Basaglia e ha lavorato a progetti transfrontalieri sul passato e sul presente della psichiatria. Con Düsberg abbiamo tentato di inquadrare meglio la figura di Basaglia, che in Italia è noto soprattutto come colui che ha fatto "chiudere i manicomi". "Fece chiudere queste strutture" – racconta Düsberg - che in Italia all'epoca somigliavano più a dei lager, erano delle strutture veramente disumane. Ma, in realtà, il suo approccio e quello dei suoi collaboratori andava ben oltre questo, era soprattutto un sistema di salute mentale basato sui diritti del paziente come persona".
Ascolta tutta l'intervista cliccando sull'audio in alto, con la puntata del podcast.